Il Tecnologo Alimentare: alleato competente e affidabile della PA per trasformare il mondo della ristorazione pubblica
Il comparto della ristorazione collettiva è tra quelli che si interfacciano maggiormente con la PA attraverso gli appalti pubblici, che a loro volta nell’attuale congiuntura di mercato, necessitano di cambiamenti radicali, semplificazione amministrativa, sburocratizzazione dei processi, concretezza nelle richieste dei requisiti di partecipazione.
Massimo Artorige Giubilesi per la rivista Produzione & Igiene, Alimenti
Il Tecnologo Alimentare – ruolo e compiti
La nostra figura professionale di Tecnologi Alimentari da sempre richiede un’ottima conoscenza e padronanza del sistema legislativo di riferimento e non solo. Tutti noi abbiamo impiegato anni di studio e preparazione per essere in grado di orientarci ed applicare al meglio leggi (e norme volontarie) in ambito alimentare al servizio di Organizzazioni private e pubbliche, sempre a tutela della salute dei consumatori.
Consapevoli dell’importanza e delle responsabilità derivanti dal nostro ruolo e i compiti, per niente facili, all’interno della filiera agroalimentare – tra le più complesse da gestire – siamo stati sempre all’altezza, confermando l’innegabile fatto che il coinvolgimento della nostra figura professionale è determinante per garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti.
Nell’ultimo decennio la nostra professione ha subito un’accelerazione complessa anche a livello internazionale in ambito legislativo, tecnologico, gestionale e logistico, contribuendo in maniera decisiva allo sviluppo di nuovi approcci e tecnologie di produzione-conservazione e alla sostenibilità dell’intero sistema agroalimentare.
Le competenze che il TA esercita in ambito privato e pubblico in Italia e all’estero, sono numerose e specialistiche e sono elencate in dettaglio nell’art.2 dell’Ordinamento della Professione ex Legge 59/94. Di fatto, la categoria professionale del TA è stata inserita nel 2010 con Codice ISTAT 23114 tra le “Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione”, confermando il riconoscimento di un patrimonio di valori e competenze pluriennali a disposizione del pubblico interesse.
Le Linee guida ANAC n. 5/2016 di attuazione del D.lgs. 50/2016 recanti “Criteri di scelta dei commissari di gara e di iscrizione degli esperti nell’Albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici”, prevedono che, nella composizione delle commissioni di gara le Centrali di Committenza e le Stazioni Appaltanti Committenti siano inseriti commissari scelti tra gli esperti dall’Albo a gestione ANAC.
l TA iscritti agli Ordini Regionali da almeno cinque anni, possiedono certamente, forse più di altre figure, le competenze e la qualifica necessaria per ricoprire il ruolo di esperto nelle gare pubbliche.
Collaborando quindi da sempre con la PA, i TA si sono fatti sempre portavoce delle necessità di miglioramento di alcuni aspetti tecnico-scientifici, gestionali e legislativi anche nell’ambito della ristorazione pubblica (es: scolastica, universitaria, sanitaria, socio-assistenziale, militare). In particolare, parlando di ristorazione scolastica molto sentita dalla pubblica opinione, i TA si sono fatti promotori delal “cultura della sicurezza alimentare” in senso lato, attraverso diverse iniziative, seminari e workshop con la partecipazione attiva di rappresentanti di Comuni e dell’Autorità Sanitaria, Dirigenti scolastici, Insegnanti, Progettisti e designer, Associazioni di categoria, Società di gestione.
Presente e futuro della ristorazione collettiva
Ricordiamoci che la ristorazione collettiva (inclusa anche quella aziendale) prima della pandemia produceva con 1000 Imprese oltre 1,5 miliardi di pasti all’anno, per un mercato del valore di 6 miliardi di euro, garantendo 96.000 posti di lavoro. L’emergenza sanitaria ha dimezzato il fatturato delle aziende, portando a rischio di disoccupazione oltre 60.000 persone (Angem, Lega delle Cooperative, FIPE-Confcommercio 2020).
Ma la situazione non sembra destinata a migliorare nel lungo periodo: l’emergenza Covid19, infatti, sta cambiando radicalmente il modo di lavorare, in alcuni settori, probabilmente in maniera irreversibile. Stando alle previsioni emerse da una ricerca di AIDP (Associazione Italiana dei Direttori del Personale), il 68% dei manager ha intenzione di prolungare le attività di smart working anche nella fase di ritorno ad una “nuova normalità”.
Ci troviamo dunque di fronte ad un bivio importante per il settore della ristorazione collettiva. Il lockdown ha costretto alla chiusura di scuole, uffici e aziende, con relativa chiusura delle mense interne, ma sono già evidenti i segnali di radicamento di nuove abitudini ed esigenze dei consumatori, che richiederanno un decisivo cambiamento di rotta.