- IL GAS RADON
- L'OBBLIGO DI MISURAZIONE
- LIVELLI PER LUOGHI DI LAVORO
- LIVELLI PER ABITAZIONI
- RIFERIMENTI NORMATIVI
Da dove proviene il gas radon
Il Radon è un gas radioattivo incolore e molto volatile proveniente dal decadimento nucleare del radio, generato a sua volta dal decadimento dell’uranio, naturalmente presente nel terreno e nelle rocce soprattutto di origine vulcanica, nell’acqua, nelle tombe e nei materiali impiegati nella costruzione. Negli ambienti confinati può accumularsi raggiungendo concentrazioni tali da divenire una rilevante fonte di rischio per la salute.
Sulla base di numerosi studi epidemiologici, il radon è stato classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC-OMS) come cancerogeno per l’uomo di Gruppo 1, rappresentando la seconda causa di cancro ai polmoni subito dopo il tabacco. Per la maggior parte delle persone, la principale esposizione al radon avviene in casa, nei luoghi di lavoro e nelle scuole, poiché si diffonde dal suolo o dai materiali di costruzione e raggiunge l’interno dell’edificio attraverso le fessure, gli attacchi delle pareti al pavimento, i passaggi dei vari impianti elettrici, termici o idraulici.
I livelli di radon variano in funzione del periodo del giorno e dell’anno, pertanto sono necessarie misure a lungo termine per potere ottenere una media delle fluttuazioni temporali. Negli ambienti confinati lavorativi o con permanenza di persone situati nel piano seminterrato e interrato (es: laboratori, cucine, taverne, enoteche, locali di ritrovo, palestre), il gas tende ad accumularsi sino a raggiungere concentrazioni che possono rappresentare un rischio importante per la salute. Gli edifici maggiormente a rischio sono quelli costruiti su suoli di origine vulcanica, fortemente permeabili o costruiti con materiali quali tufo, pozzolane, graniti; l’Italia rappresenta un paese a rischio, soprattutto nei centri storici, in cui è facile incontrare locali posti direttamente contro terra senza alcuna barriera.
La mappatura delle aree a rischio radon è affidato alle ARPA (Agenzie Regionali Protezione Ambientale).
La valutazione dei rsichi e il monitoraggio
Il D.lgs. 81/08 obbliga il Datore di Lavoro a valutare i rischi presenti in azienda, inclusi quelli derivanti dall’esposizione a radiazioni ionizzanti, soprattutto nei casi in cui siano impiegati lavoratori in locali confinati ai piani seminterrati e interrati.
Con il recepimento della Direttiva 2013/59/Euratom entra in vigore l’obbligo di una misurazione semestrale del gas radon, inserito in un’attività di monitoraggio annuale. Nel caso in cui il livello di concentrazione misurato dovesse risultare superiore al limite fissato di 300 βq/mc, la nuova normativa impone al proprietario dell’immobile di presentare al Comune interessato, entro e non oltre sessanta giorni, un piano di risanamento. Terminati i lavori previsti dal piano di risanamento, previa approvazione dell’ATS competente, il proprietario dell’immobile dovrà effettuare le nuove misurazioni di concentrazione di gas radon su base annuale e dichiarerà il rispetto dei limiti previsti dalla nuova legge.
La misurazione dei livelli di radon negli ambienti di lavoro sono soggetti alla normativa nazionale che richiede il controllo e il contenimento della concentrazione di radon nei seguenti luoghi:
- tunnel, sottovie, catacombe, grotte, locali seminterrati e interrati;
- altri ambienti di lavoro situati in zone a rischio radon;
- stabilimenti termali.
Le misurazioni devono essere di durata annuale e la concentrazione media annua negli ambienti 1 e 2 deve essere inferiore a 500 Bq/m3.
Per le abitazioni, non trattate dalla normativa nazionale, finora è stata assunta come riferimento la Raccomandazione CEE n° 90/143 del 21/2/1990 “Tutela della popolazione contro l’esposizione al radon in ambienti chiusi”, che suggerisce 400 Bq/m3 come limite d’intervento per edifici già esistenti 200 Bq/m3 come limite di progetto per nuove costruzioni.
Ma la normativa è in evoluzione e tiene in considerazione i progressi delle conoscenze scientifiche degli ultimi decenni; è stata infatti recentemente pubblicata laDirettiva 2013/59/EURATOM che stabilisce “norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti” unificando tutte le direttive europee in materia di radioprotezione.
Una delle principali novità della direttiva è l’indicazione agli stati membri di adottare livelli di riferimento inferiori a 300 Bq/m3 per i luoghi di lavoro e per le abitazioni.
Entro il 2018 gli stati membri dovranno recepire nella normativa nazionale le indicazioni della Direttiva europea.
Piano Nazionale Radon
Il Piano Nazionale Radon (PNR) predisposto in Italia nel 2002 in analogia a quanto avvenuto in altri Paesi, consiste in un piano pluriennale di intervento per ridurre il rischio di tumore polmonare associato all’esposizione al radon, rappresentando uno strumento necessario per:
- programmare azioni finalizzate alla riduzione del rischio radon ottimizzando le risorse a disposizione;
- programmare e mettere in atto tali azioni in modo coordinato;
- valutare l’efficacia delle azioni intraprese per valutarne quantitativamente l’impatto ed effettuare eventuali correzioni alla programmazione.
Direttiva Europea 2013/59/Euratom
Con il recepimento di questa Direttiva entra in vigore l’obbligo di una misurazione semestrale del gas radon, inserito in un’attività di monitoraggio annuale. Qualora all’esito delle misurazioni previste, il livello di concentrazione dovesse risultare superiore al limite fissato di 300 βq/mc, la nuova normativa impone al proprietario dell’immobile di presentare al Comune interessato, entro e non oltre sessanta giorni, un piano di risanamento.
Direttiva Europea 2013/59/Euratom
Decreto Legislativo 81/08
Il Testo Unico in materia di sicurezza e salute negli ambienti di lavoro, obbliga il datore di lavoro a valutare tutti i rischi presenti in azienda che possono genrare infortuni o malattie professionali, inclusi quelli derivanti dall’esposizone di radiazioni ionizzanti.
Decreto Legislativo 230/1995 aggiornato 2018
Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 2006/117/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti, 2009/71/Euratom in materia di sicurezza nucleare degli impianti nucleari e 2011/70/Euratom in materia di gestione sicura del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi derivanti da attività civili.
Servizi G&A per i controlli gas Radon
Campagna di rilevazione strumentale
Le misurazioni vengono suddivise in n° 2 interventi semestrali, al fine di definire un valore di concentrazione medio, che prenda in considerazione l’escursione di concentrazione stagionale.
Il Protocollo di misura è indicato dell’Università degli Studi Roma 3 Dip. di Scienze Geologiche Laboratorio di Geochimica Ambientale, pubblicate sul notiziario dell’Ordine dei Geologi Regione Lazio n° 27/2011.
Viene utilizzato un radonometro calibrato e certificato RAD7 Durridge Company Inc, posizionato ad una altezza dal piano calpestio di c.a. 80 cm, al fine di determinare le condizioni di sito ed individuare eventuali soglie di rischio a carico degli utilizzatori del locale in oggetto.
Perizia geologico-ambientale
Al termine della campagna viene redatta una perizia asseverata (n°3 copie cartacee originali e n°1 copia firmata digitalmente) per la valutazione del sito esaminato, in termini di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro il rischio derivante dall’emissione di gas di origine endogena, con indicazioni sulla tipologia degli interventi di salvaguardia e risanamento, laddove necessari, considerando che gli interventi antropici in luoghi sensibili determinano un deterioramento delle caratteristiche geo-ambientali.
Assistenza tecnica per il piano di risanamento
Il Team G&A assicura il costante supporto nella definizione e supervisione del piano di risanamento, con interventi mirati sotto il profilo strutturale (ventilazione del vespaio, protezione e sigillatura delle vie di ingresso) ed impiantistico (estrazione e ventilazione aria, depressurizzazione del suolo).