L’evoluzione della delivery deve passare obbligatoriamente dai concetti imprescindibili nel mondo del food, dove le parole chiave sono qualità-sicurezza-informazione, sempre al centro di ogni scelta dei soggetti coinvolti nella filiera del prodotto. Nessun dettaglio è insignificante, ogni elemento è importante quando si tratta della salute del singolo e della collettività. E non solo, perché i clienti e i consumatori sanno riconoscere la qualità e sono sempre più attenti alle questioni di igiene e sicurezza.
Ormai sono quasi tutti d’accordo sul fatto che il crescente incremento del food delivery continuerà la sua ascesa anche dopo l’uscita dall’emergenza Covid. I dati a disposizione confermano la tendenza: secondo il Sole24Ore all’interno del comparto delle vendite on line, la componente più rilevante ca. 87% è rappresentata dal food, in larga parte composto dal segmento non deperibile grocery +85%, poi il food delivery +19% e l’enogastronomia +63%, rispetto al 2019.
Nel 2020 il giro d’affari del meal delivery ha raggiunto i 706 milioni di euro con un incremento del +19% rispetto al 2019. Circa il 25% dell’intero settore del cibo a domicilio è trainato dagli ordini online contro il 18% del 2019. Nel 2020 sette italiani su dieci, hanno ordinato piatti pronti da ristoranti/pizzerie/altri locali per l’asporto o con consegna a domicilio; il 28% lo ha fatto tramite piattaforme di consegne e il 12% ha usato direttamente il sito/app del negozio o ha prenotato tramite social, whatsapp, telefono (fonte Nomisma-Crif 2020).
Le comodità offerte dal servizio, che in un certo senso hanno “viziato” i consumatori durante i periodi di lockdown, saranno difficili da negare in futuro. D’altronde i ristoratori, ai quali manca tutt’altro che creatività e intraprendenza, hanno colto l’opportunità per dare slancio ad alcune idee di business che prima del Covid suscitavano loro dei dubbi circa la risposta che potevano avere dal mercato. Ci riferiamo alle dark/ghost kitchen e alle varie forme di offerte e menu pensate appositamente per essere consegnate a domicilio (box gourmet, menu da consumare subito o da completare a casa, piatti da rigenerare).
Quindi indubbiamente, dati e previsioni alla mano, ci sono ottime prospettive di crescita e sviluppo che però richiederanno un’evoluzione del servizio più che altro in termini di qualità e sicurezza per il consumatore.
Le norme vigenti da rispettare durante la vita di un prodotto alimentare sino al consumatore finale (vendita, trasporto, esposizione, somministrazione) prevedono oltre ai requisiti igienici di preparazione e confezionamento, il mantenimento di temperature ≥60°C per i prodotti da consumarsi caldi, ≤10°C per i prodotti deperibili cotti da consumare freddi e ≤4°C per le sostanze alimentari di facile deperibilità ai sensi del DPR 327/80 e <8°C per i prodotti ortofrutticoli di IV gamma ai sensi del DM 20/06/2014.
Sarebbe opportuno e auspicabile che gli Operatori studiano bene le problematiche prima di lanciarsi ad offrire servizi in delivery, e meglio ancora che si rivolgano a specialisti e consulenti che sono in grado di indicarle le giuste soluzioni per svolgere l’attività in piena sicurezza: scegliere il contenitore adatto in base alla ricetta che garantisca ottimale temperatura del cibo (prevedendo i tempi di consegna), confezionare e etichettare correttamente gli alimenti prima che escono dalle cucine, sanificare i mezzi di trasporto o le borse termiche utilizzate per i servizio sono elementi importantissimi da non sottovalutare. La food delivery non deve essere messa in atto con leggerezza e a modo di avventura “tapa buchi” nei tempi morti tra un DPCM e un altro.
L’evoluzione della delivery deve passare obbligatoriamente dai concetti imprescindibili nel mondo del food, dove le parole chiave sono qualità-sicurezza-informazione, sempre al centro di ogni scelta dei soggetti coinvolti nella filiera del prodotto. Nessun dettaglio è insignificante, ogni elemento è importante quando si tratta della salute del singolo e della collettività. E non solo, perché i clienti e i consumatori sanno riconoscere la qualità e sono sempre più attenti alle questioni di igiene e sicurezza.
La delivery rappresenta oggi, per la stragrande maggioranza degli Operatori, l’unico strumento a disposizione per continuare a mantenere l’attività e tenersi in contatto con i propri clienti. In questo senso la consegna a domicilio assume il ruolo di portatore dell’immagine del locale e deve trasmettere e rispecchiare i valori e la reputazione dell’imprenditore in modo tale che quando l’incubo della emergenza sanitaria diventerà, speriamo presto, un brutto ricordo, la gente tornerà nei ristoranti.